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La curiosità verso il mondo e verso le persone è sempre stata una molla importante che mi ha spinto a conoscere, a stupirmi e che nel tempo ho imparato a utilizzare per scegliere in quale direzione guardare, per decidere dove andare e come costruire la mia vita.

Dopo la formazione triennale a Chieti e magistrale a Padova per conseguire il titolo di Psicologa clinico – dinamica, affascinata dall’approccio fenomenologico – esistenziale secondo cui relazionarsi con l’altro vuol dire innanzitutto cogliere il suo specifico modo di essere nel mondo, ero in cerca di un modello di Psicoterapia che incarnasse a pieno questa visione fenomenologica del mondo che secondo me rappresenta il presupposto di base per entrare con delicatezza e attenzione nel mondo della persona che si rivolge a me come professionista evitando di muoversi con la goffaggine di un elefante all’interno di una cristalleria che non si cura di quanti e quali oggetti di valore sta sconsideratamente rompendo al suo passaggio.

Così, iniziando a  immaginare che tipo di Psicoterapeuta volessi diventare, mi iscrivo all’Istituto Gestalt Firenze - I.G.F., scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Gestalt a orientamento fenomenologico – esistenziale, diretta da G. Paolo Quattrini e Anna R. Ravenna. Se dovessi descrivere che clima ho toccato in questa scuola sicuramente lo definirei accettazione: ogni passo, mentale e fisico che ho fatto è stato per me la scoperta tangibile di come l’essere umano possa davvero diventare un giardino fiorito se viene innaffiato con amore e nutrito con competenza.

Porto con me tante esperienze e tanti strumenti di lavoro che definiscono il mio modo di accogliere un cliente: il tessere insieme all’altro con pazienza e con quella delicata fermezza che entra nelle trame intricate di ogni storia; la meraviglia intuitiva con cui vedere possibilità di costruire giardini colorati anche laddove sembrerebbe visibile solo qualche erbaccia; la profonda scoperta che la fiducia nell’immaginare la propria strada è il carburante indispensabile per passare da una vita di ombra a una vita di luce; la presenza salda e accogliente che apre la possibilità di sperimentare con sicurezza le proprie morti e le proprie rinascite; l’abilità a stare nel concreto che permette di riconoscere responsabilmente la propria forza e la propria debolezza; la morbidezza e la calma capacità di prendersi il tempo per entrare nelle storie delle persone; la capacità di accompagnare l’altro verso qualcosa di nuovo per la sua vita; la scoperta che il carattere, pur essendo duro come un blocco di pietra può prendere una forma inaspettata e nuova se si ha la pazienza di prendere contatto con la sua parte più interna, friabile e malleabile. E ancora, la capacità di farsi affascinare dall’altro per aiutarlo a scoprire lati nuovi; la capacità di giocare con sé stessi sperimentando la propria spontaneità; la comprensione che cambiando punto di vista il campo si trasforma facendoci vedere aspetti prima sconosciuti; la scoperta che riconoscersi le competenze umane e professionali è uno strumento prezioso per raggiungere i propri traguardi nella vita; la curiosità che allarga l’orizzonte in cui si muove l’altro permettendogli di cogliere l’insieme del suo agire; la scoperta che scegliere con coraggio di toccare il proprio limite permette davvero di andare oltre e arrivare laddove non avremmo creduto di arrivare.